(tratto dal sito "Corso Italia News.it" di Vico Equense)
Simona Celentano e il suo Teios: il coraggio di osare
Un musetto timido ma altrettanto
determinato: è così che il suo moderatore la
descrive, è così che appare al suo pubblico Simona Celentano, la
giovanissima autrice di “Teios- Il palazzo del destino”, Ibiskos Editrice
Risolo.
“Ha diciassette anni, vive a Vico Equense (Na) e
frequenta il secondo anno al Liceo Classico “P. Virgilio Marone” di Meta di
Sorrento”: questo quanto si legge nella breve biografia a fine volume, il
suo volume, presentato sabato scorso, primo febbraio, presso la Sala
polifunzionale del Complesso “SS. Trinità e Paradiso” di Vico
Equense.
Una sala affollata per l’occasione, nessun posto
libero, un po’ di persone in piedi ma, cosa ancora più “strana”, tanti e tanti
ragazzi.
Tanti e tanti ragazzi, infatti, si sono recati in Via
Gaetano Filangieri perché amici della scrittrice o perché, semplicemente
appassionati, incuriositi dall’idea che fosse una 17enne a scrivere, peraltro
trattando un tema che, di norma, risulta barboso, specie per i teenager:
l’epica.
Eh sì, proprio l’epica: quella tanto tediosa nei
libri di testo scolastici, ma anche così divertente se presa nel modo giusto. Ed
è così che ha voluto “affrontarla” Simona, con semplicità, la stessa che ha
saputo comunicare alla platea riunita lì per lei.
Forse è proprio vero che l’epica non è “out” come si
crede, se un volume come “Teios- Il palazzo del destino” riesce ancora ad
appassionare giovani e meno giovani ed a riunirli in quella che non è la
“solita” presentazione di un libro.
Una ventata di novità, forse dettata dalla gioventù
dell’autrice, ha saputo far sorridere la platea, oltre ad interessarla, e questo
è un qualcosa che non sempre accade quando si tratta di eventi
letterari.
Anche l’incipit della serata, invero, è stato
particolare a causa del piccolo ritardo del moderatore, l’Arch. Antonio Irlando,
al quale la zia di Simona, Maddalena Celentano, ha saputo magistralmente “porre
rimedio” con charme e spirito, facendo riferimento ad un ipotetico “sequestro di
persone” in platea.
Poco dopo le 17,00, orario previsto per l’inizio
dell’evento, è intervenuto l’Arch. Antonio Irlando, giornalista nonché
Presidente dell’Osservatorio Patrimoniale Culturale. E’ così che quest’ultimo ha
sottolineato come la sua fosse una “testimonianza” più che una presentazione del
volume: una testimonianza di un lettore che aveva molto apprezzato il racconto
mitologico in stile “fantasy”, condotto con abile ars scrivendi ma, allo
stesso tempo la “piacevole architettura”, ovvero il linguaggio nuovo e
scorrevole utilizzato da Simona.
Una scommessa, insomma, quella dell’autrice: quella
di rendere la bellezza del passato con la semplicità del presente,
dimostrando che la cultura non è noia e che non è “lontana” dalla quotidianità;
di qui la scelta di ispirarsi a persone reali per ideare i personaggi del libro,
figure realistiche passate attraverso il “velo” della mitologia.
Ecco allora che, nel volume, così come nell’arco
della presentazione, ritroviamo accanto a lei, le persone che le sono più vicine
nella vita reale, ovvero i parenti e gli insegnanti, oltre agli
amici.
A parlare di Simona davanti ad un microfono, infatti,
oltre all’Arch. Irlando ed alla Prof.ssa Maddalena Celentano (la zia che l’ha
“iniziata” alla letteratura), troviamo tre insegnanti molto care alla
scrittrice, giacché simbolo di un iter culturale e di crescita: la Maestra Anna
Guarracino del Circolo Didattico di Via Sconduci, la Prof.ssa Latessa delle
scuole medie e l’attuale Prof.ssa del Liceo, Milena Cuccurullo.
Forse è proprio vero che, come sostiene il
moderatore, “i Proff. che contagiano con i virus della curiosità sono una delle
fortune della vita”: è anche e soprattutto merito loro, infatti, se Simona ha
scritto il volume presentato sabato scorso al quale, ad ascoltare voci di
corridoio, seguiranno altri due.
La strada che ha scelto di seguire Simona, è
quella della letteratura, a quanto pare.
E pensare che le era anche stato “pronosticato” dalla
Maestra Anna, sebbene l’autrice si sentisse più portata per la matematica.
Davvero singolare, specie se si pensa al foglio che la stessa insegnante ha
tirato fuori sabato scorso, tra lo stupore generale; qui, in una nota, era
appuntato un giudizio concernente Simona risalente a quando frequentava la
seconda elementare: già allora si denotava l’amore per la lettura dell’allieva
che la prediligeva a qualsiasi altra attività scolastica.
Alle dichiarazioni della Maestra Anna, seguono poi
quelle dell’insegnante delle scuole medie, la Prof.ssa Latessa, la quale ricorda
la frase che era solita ripetere ai suoi allievi: “la scuola è una pallina da
tennis, a voi ritorna se fatta bene”.
“Una ragazza buona, timida, brava, vera”, insomma: è
così che la descrive l’attuale insegnante del Liceo, la Prof.ssa Milena
Cuccurullo che pone l’attenzione su quanto Simona sia diversa dalla massa,
avendo partorito il testo mediante “una gestazione lunga e silenziosa, non
interferendo con il normale svolgimento delle attività scolastiche”.
Particolari come lei, le scelte di Simona, già a
partire dagli aspetti territoriali della Campania che ella tende a rivalutare,
palesemente affascinata da luoghi quali il Museo Archeologico di Napoli
ed il Lago d’Averno, dove ella ambienta la scena finale del suo
libro.
Una sfida, anche e soprattutto, poiché Simona ha
avuto l’atteggiamento giusto, quello che l’ha spinta sino a questo traguardo,
quello che ha menzionato Papa Francesco non troppo tempo fa e che l’Arch.
Irlando ha sapientemente voluto ribadire: il coraggio giovanile di osare con la
determinazione di chi vuole riuscire.
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