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domenica 17 luglio 2016

Pastorale familiare: Accogliere il coniuge (21 Marzo 2015)

21 Marzo 2015
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TERZO INCONTRO
DI PASTORALE FAMILIARE
"ACCOGLIERE IL CONIUGE"
COMUNITA’ PARROCCHIALE
"NATIVITA’ DI MARIA VERGINE"
COLLI DI FONTANELLE 2
PASTORALE FAMILIARE
TERZO INCONTRO
Invocazione allo Spirito
Invochiamo lo Spirito perché renda fruttuoso questo nostro incontro, ci renda attenti alla Sua voce,
ci aiuti a cogliere i doni di Dio e i segni della sua presenza nella nostra vita e a comprendere le nostre fatiche, le nostre mediocrità ed immaturità.
Ci conceda il Signore di...
_ACCOGLIERE IL CONIUGE_
Introduzione
Fin che tutto va bene, nessuno ci pensa; fino a che naturalmente le cose tra gli sposi fluiscono senza intoppi, è difficile fare fatica nell’accogliersi. Ma un amore coniugale è totale e fedele, non è in funzione degli umori, delle lune e delle stagioni: per questo è unico!
Fare spazio e ospitare sempre il tuo coniuge può essere anche faticoso, non sempre si sta insieme come ospiti graditi o si fa casa con desiderio costruttivo di piena comunione.
Gesù ci chiede di fargli spazio, attraverso l’esperienza di vita coniugale: il pellegrino è il tuo coniuge; in lui incontri Cristo.
Non basta però dare prima accoglienza, bisogna che questa sia di qualità e duri nel tempo. Il pellegrino bussa quando meno te lo aspetti; spesso non è pulito e non porta grandi regali: ma è lui tuo marito; è lei tua moglie. 
 
LA PAROLA DI DIO, LUCA 10,38-42
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi.
Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
BREVE COMMENTO
Marta e Maria, due storie diverse, due atteggiamenti diversi.
Ci siamo incontrati, scoperti e fidanzati, ma è evidente: veniamo da due case diverse, da due famiglie diverse, da educazioni, amicizie, esperienze e formazioni culturali diverse, anche solo per il fatto di essere uomo e donna. Diversità che all’inizio non affiorano, nascoste dalle forti emozioni dei primi tempi. Ecco però che quando la conoscenza si fa più profonda, non sempre ci sentiamo in sintonia, ci sembra che lui o lei non ci comprenda, vorremmo che pensasse e agisse come noi.
Forse, all’inizio, l’amore verso l’altro nasconde un atteggiamento egoistico, si ama l’altro, si è attratti dall’altro perché ricorda noi stessi, ma quando non la pensa come me, quando non agisce 4
secondo le mie aspettative in una determinata situazione, allora nascono i ripensamenti, le discussioni, le paure; come Marta che desidera che Maria faccia quello che sta facendo lei. È innegabile: le differenze si fanno sentire perché sono reali; non siamo e non saremo mai uguali, nelle nostre vene non scorrono educazioni e consuetudini identiche.
PER RIFLETTERE
Se guardiamo dentro capiamo quanto sia grande la loro differenza! Dentro è dipinto il paesaggio che loro stanno guardando: sono in riva al mare, davanti c’è un tavolo, sullo sfondo una lingua di terra (un’isola, un promontorio). Ma lui e lei vedono tutto questo in modo diverso: diverso è il tavolo e addirittura diversi sono gli oggetti su questo tavolo. Diversi pure gli oggetti nel mare e, soprattutto di-versa la distanza dalla spiaggia alla lingua di terra nel mare. Sembra che i due stano guardando due paesaggi diversi. Perché lui è un uomo e lei è una donna. Sono due modi diversi di stare al mondo, di sentire, ragionare,
percepire, sognare. Eppure, nonostante le loro differenze, sono ancora lì, pronti ad accogliersi nelle loro diversità.

I due sono dentro una stanza senza mobili, senza quadri, senza porte e senza finestre. Ci sono solo due muri, alti, rigidi, invalicabili. Sembra un carcere. Quando ci sono tensioni la casa diventa un carcere e tutto ciò che c’è di bello scompare. Esiste solo il muro che ci separa e ci stringe il cuore, ci toglie il respiro.
La donna si appoggia al muro, e stringe le braccia attorno al proprio corpo. Quando si litiga ci si chiude a riccio, si elimina ogni "disponibilità", ogni apertura. Si diventa un "muro" per l’altro, un muro invalicabile. Innalziamo una barriera tra noi e l’altro. E ci "appoggiamo" ad essa, pensando che sia la nostra forza.
L’uomo sta spingendo il muro. Sembra cercare un varco, vorrebbe far cadere quel muro, ma forse, non mette in conto che lui stesso l’ha creato. Il muro non è fuori, ma dentro di lui. Non basta arrabbiarsi, occorre aprire un
varco, ma dentro il cuore: riconoscere il proprio sbaglio, chiedere perdono, domandare aiuto, promettere e attuare un cambiamento.
La donna è visibilmente triste. Le rivalità, i litigi, le rotture non generano mai gioia in nessuno. È triste, ma il volto esprime anche "rincrescimento". È pensosa e dispiaciuta. Forse in lei sta nascendo la voglia di riprovare, di ricominciare. Forse sta cercando le parole per dire "scusa" oppure "ti perdono".
L’uomo sembra in atteggiamento di preghiera. Purtroppo è una preghiera "senza Dio" (manca ogni immagine sacra), tipica dell’uomo moderno. Forse sta cercando aiuto, ma non crede, non conosce la preghiera. Dentro sente forse nostalgia di Qualcuno che lo sorregga, che gli scaldi il cuore, che gli ridia speranza.
Per la nostra riflessione:
In cosa siamo diversi?
 Cosa non accettiamo dell’altro/a? Quali diversità ci creano disagio?
Ci sono vari modi per gestire le differenze, alcuni negativi:
 Cerco di cambiarti per renderti simile a me
 Cerco di cambiarmi per rendermi simile a te
 Evito alcuni argomenti per non affrontare le differenze
Altri invece, più positivi:
 Parlo con te, chiedo, gestisco il disagio
 Ti ascolto
 Cerchiamo una soluzione
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Domande alla vita
1. Quando le novità della vita coniugale vanno un po’ diminuendo, come ci accogliamo ogni giorno a vicenda?
2. Accogliere, dare ospitalità, vuol dire anche fare spazio, lasciare qualcosa di noi. Potremmo fare degli esempi al riguardo? Quali sono le tracce dell’ accoglienza del proprio coniuge?
Domande al testo biblico
Tutti noi, prima di accogliere qualsiasi altro, siamo stati "accolti" da Dio. Come sentire e vivere questa dimensione, per poi rioffrirla anche al proprio coniuge?
L'inverno dei ricci
Si narra che un giorno venne ad abitare nella foresta una famiglia di ricci. Le bestiole trascorsero l'estate divertendosi sotto gli alberi, giocando a nascondino tra i fiori, dando la caccia agli insetti e dormendo di notte sul soffice letto del muschio. Un'estate bellissima. Un mattino videro tante foglie secche ai piedi degli alberi: era l'annuncio dell'autunno. La temperatura si abbassò, gli alberi si spogliarono e ben presto cominciarono i rigori dell'inverno. La notte soprattutto faceva tanto freddo. I poveri ricci tremavano e non riuscivano a chiudere occhio. Videro che gli uccelli si tenevano caldo l'uno con l'altro, anche i conigli e le marmotte e le talpe... Fu così che decisero di stringersi l'uno accanto all'altro per riscaldarsi. Fu un'esperienza traumatica: si ferirono l'uno con l'altro con i loro aghi. Per un po' stettero lontano gli uni dagli altri, ma alla lunga decisero di tentare di nuovo di avvicinarsi. Questa volta con dolcezza, ritirando i loro aculei e cercando la posizione giusta per non pungersi. Ci riuscirono. Le notti continuavano ad essere lunghe e fredde, ma ora, insieme, erano in grado di ottenere un minimo di calore e di poter dormire.
Uniti, ma non troppo vicini
È nascere congiuntamente alla vita e insieme restare uniti per sempre.
È restare per sempre uniti anche quando le ali nivee della morte disperderanno i vostri giorni
E insieme restare nella silenziosa memoria di Dio.
E fate che vi siano spazi nella vostra unione.
E che per voi danzi l’aria celeste.
Affiatatevi l’un all’altro, ma non per fare del vostro amore una prigione: piuttosto che tra le sponde delle vostre anime vi sia il sussurrio del mare.
E ognuno riempia all’altro la coppa e non bevete da un’unica coppa.
Datevi nutrimento reciproco e non mangiate dallo stesso pane.
Cantate e danzate insieme nell’allegria, e ognuno di voi sia solo.
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Che ognuno dia il suo cuore,ma l’uno non sia di rifugio all’altro.
Poiché soltanto la mano della vita può racchiudere i vostri cuori.
E resterete uniti, ma non troppo vicini.
Come le colonne del tempio che si ergono distanti.
È la quercia e il cipresso che non crescono l’una all’ombra dell’altro.
Da " Il profeta" di Kahil Gibran
GLI OSTACOLI DEL CUORE C'è un principio di magia Fra gli ostacoli del cuore Che si attacca volentieri Fra una sera che non muore E una notte da scartare Come un pacco di natale C'è un principio d'ironia Nel tenere coccolati I pensieri più segreti E trovarli già svelati E a parlare ero io. 
Sono io che li ho prestati Quante cose che non sai di me Quante cose che non puoi sapere Quante cose da portare nel viaggio insieme C'è un principio di allegria Fra gli ostacoli del cuore Che mi voglio meritare Anche mentre guardo il mare Mentre lascio naufragare Un ridicolo pensiero Quante cose che non sai di me Quante cose che non puoi sapere Quante cose da portare nel viaggio insieme Quante cose che non sai di me Quante cose devi meritare Quante cose da buttare nel viaggio insieme C'è un principio di energia Che mi spinge a dondolare Fra il mio dire ed il mio fare E sentire fa rumore Fa rumore camminare Fra gli ostacoli del cuore Quante cose che non sai di me Quante cose che non puoi sapere 11
Quante cose da portare nel viaggio insieme Quante cose che non sai di me Quante cose che non vuoi sapere Quante cose da buttare nel viaggio insieme

PREGHIERA


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