Si dice che il sorriso sia l’espressione dell’animo: lo
emana la persona gioiosa e serena, che ama il mondo con le sue
magnificenze.
Il sorriso è diverso dalla semplice risata che è
espressione di un momento di divertimento, di ilarità, ma poi passa e il volto torna alla sua
naturale fattezza.
Il sorriso invece è qualcosa di più intenso che permane
nel viso e lo illumina di luce propria, rendendolo sempre più bello, più
gioioso.
Allora perché non
imparare a sorridere?
Per farlo bisogna prima imparare a ridere nel quotidiano
per abituare il nostro animo a godere dei momenti più significativi della nostra
vita come i tempi felici trascorsi in famiglia o con gli amici, come le
occasioni di spensieratezza e di giochi, come i tempi di svago e -perché no- di
impegno e di lavoro.
È come dire:
impari ad affrontare la vita con un’arma in più che ti può essere utile nei
momenti difficili, di scoraggia-mento e/o di
sofferenza.
Queste considerazioni hanno un forte riscontro nelle
parole di un famoso personaggio, Charlot, che affermava:
-“Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto
all'odio e al terrore. E’ paradossale che nell'elaborazione d'una comica la
tragedia stimoli il senso del ridicolo; perché il ridicolo, immagino, è un
atteggiamento di sfida:
dobbiamo ridere in faccia alla tragedia, alla sfortuna e alla nostra impotenza contro le forze della natura, se non vogliamo impazzire".
dobbiamo ridere in faccia alla tragedia, alla sfortuna e alla nostra impotenza contro le forze della natura, se non vogliamo impazzire".
Da queste parole appare chiaro che il riso ha anche un
valore terapeutico, soprattutto oggi, nel tempo della crisi che, come ben
sappiamo, non è solo finanziaria, ma anche etica e sociale.
Proprio ora quindi che predomina l’interesse economico,
l’angoscia, la seriosità, la paura del futuro, l’individualismo e l’egoismo, è
arrivato il momento di reagire… di rivalutare il ruolo del riso e del
sorriso.
Ci siano di conforto anche le riflessioni del dott.
Angelo Giordano che alla domanda: -"Perchè si è sentita l'esigenza di
approfondire gli effetti terapeutici della risata?
Lui
risponde: -“Perchè il consumo di
psicofarmaci negli ultimi decenni è aumentato a dismisura e la nostra vita è
caduta in preda alla seriosità. Siamo diventati troppo seriosi, non dico seri,
la serietà è un valore positivo.
Tutta una serie di cose attrae la nostra attenzione, una
serie di impegni, doveri, obblighi, cose alle quali vorremmo scappare molto
volentieri, e invece ci sentiamo costretti a sottoporci a questa
routine.
Questo lentamente comincia a diventare causa di
fru-strazione, di ansietà, di nevrosi, di depressione. Direi che questa
seriosità è diventata insopportabile ed è il vero e proprio male oscuro degli
ultimi decenni. Il vero male oscuro è
dunque l'essersi scrollati di dosso quel bambino che
eravamo.
Provate a ricordare, fate un passo indietro di 10, 15, 60
anni, ricordatevi di come eravate, quella forza, quella gioia di vivere, quella
energia.
Quel bambino che eravate si è eclissato, perché in realtà
non è scomparso, non scompare mai: è sempre nascosto dietro a quelle
sovrastrutture che lentamente abbiamo costruito sopra. Immaginate un po' una
giornata nuvolosa, immaginatene ora 2, 10, 30: alla 31esima uno può pensare che
il sole non esista, e invece basta prendere un aereo, bucare le nubi e il sole è
sempre presente, è solo coperto dalle nubi che lentamente, nel corso della vita,
si sono stratificate.
Direi che noi veniamo educati a soffrire… un'educazione
scientifica, che parte dall'infanzia e ci insegna che la vita è sofferenza:
obblighi, impegni, doveri, precetti. Non veniamo quasi mai educati a gioire, a
godere delle cose belle della vita e oggi si ride sempre
meno.
Pensate che per ridere uno deve andare al cinema... si è
persa un po' la capacità di ridere, bisogna andare a teatro, bisogna mettersi
davanti alla televisione. Non che ci sia qualcosa che non va, ma non può essere
l'unica occasione per distrarsi e passare qualche ora in
allegria...”
E allora cosa altro aspettiamo? Noi dei Colli l’occasione
per distrarci e passare qualche ora di allegria l’abbiamo con i “Games estivi 2009- Tutti in gioco: si
gioca”!!!
Sfreniamoci allora, sempre più convinti, in questa nuova
avventura estiva e portiamo il riso nel nostro paese, nelle nostre case, nelle
nostre famiglie, nelle nostre compagnie…
Portiamo ai Colli un po’ di allegria e divertiamoci
insieme, svegliando il bambino che è in noi.
È ora di imparare a ridere e a far ridere: chi ben ci
riuscirà avrà vinto la gara, pur senza conquistare l’ambita “Pignatta”.
Buon divertimento a
tutti!!!
P.S.
Per meglio convincervi del valore del sorriso il Comitato
vi invita a procurarvi anzitempo l’esortazione sull’argomento fatta da Madre
Teresa di Calcutta. Vi servirà in gara.
Il Comitato
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