Festa della Madonna
delle Grazie
È il 2 luglio. Tantissima gente di Montepertuso,
frazione di Positano, e dintorni, si è raccolta nel Tempio della Madonna delle
Grazie per la tradizionale festa del paese.
In serata, la statua della Vergine delle Grazie ha
percorso le stradine del paese, portata a spalla dai fedeli in processione, in
ricordo dell’apparizione di Maria sul monte, ben raccontata nella antica
leggenda del posto.
Al ritorno, nel sagrato, all’aperto, è stata
celebrata la Santa Messa.
Solo più tardi i fedeli si sono preparati per la
processione notturna, diretta alla montagna con il “pertuso” che altro non
sarebbe se non un largo buco nella roccia causato dalla forza spirituale
scaturita dell’indice della mano della Madonna, quando, apparsa sul monte, puntò
il suo dito contro il demonio, lì presente, per sconfiggerlo
definitivamente.
La festa termina a notte fonda con i fuochi
artificiali che ricordano, con luci e botti, la lotta tra il bene e il male e rappresentano il
momento più esaltante e più emozionante della serata.
Complice lo scenario suggestivo dei monti avvolti
dalla tenebre della notte, essi danno vita ad uno spettacolo pirotecnico unico
nel suo genere. Sono preceduti dall’illuminazione, con luci dai bagliori
rossastri, della montagna bucata sulla cui cima fiammeggia un rogo ardente,
alimentato a braccia dai fedeli del posto.
Iniziano con un boato fragoroso che rompe il
silenzio della mezzanotte e riporta alla mente dei presenti la leggenda:-"Si udirono inauditi tuoni”.
Rievocano l’evento e difatti, improvvisamente
appare, tra quelle luci rossastre, fuochi di colore diverso, a forma
dell’immagine di Maria, proprio come narrato dalla storia: -“Apparve sulla montagna una luce bianca
con al centro l'immagine di Maria e con il suo riflesso divino, presero calore e
pace tutti i viventi”.
Una voce dall’altoparlante rammenta
l’episodio: -“Una ragazza di pochi anni
udì una voce di tono materno che le disse: -Non aver più paura, il demonio è
stato maledetto e i suoi sforzi contro questo monte sono finiti”.
Lo spettacolo dei fuochi prosegue, festoso e
scoppiettante, senza tregua: ora si fa più intenso; gli spari dei botti si
susseguono tra uno scoppiettio e uno scintillio di luci colorate.
La rappresentazione è quasi alla fine: ora celebra
la vittoria della pace; dona ai fedeli la gioia della festa e la serenità
dell’animo; infonde la speranza della salvezza eterna.
Che dire! Solo chi assiste a questo spettacolo può
capire l’emozione del momento.
A luci spente, con il ritorno al silenzio della
notte, ormai inoltrata, non manca di sentire la voce del fedele di turno che
sussurra: -“A memoria di questo evento religioso, rimane
tuttora il “pertuso” nella montagna e… “la sagoma spezzettata del
serpente maledetto, così perfetta che difficilmente la mano dell’uomo sarà
capace di imitare”.
La tradizione ora è devozione, è fede viva e tutto
rimanda al prossimo festeggiamento.
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