Luoghi di pace… per ore serene
-Santa Rita da Cascia: “Tucta allui se diete”-
Questo pellegrinaggio è stato da noi desiderato, sentito e ben vissuto.
Da qui, poi siamo saliti allo “Scoglio” dove Rita si ritirava nei momenti di maggior sconforto.


La discesa è stata più veloce e a Roccaporena abbiamo visitato la casa natale di Rita, la chiesa di San Montano dove lei si è sposata e perfino il
Lazzaretto dove trovavano ospitalità i forestieri o venivano ricoverati i malati in gravi condizioni, in tempi di pestilenze.
Lazzaretto dove trovavano ospitalità i forestieri o venivano ricoverati i malati in gravi condizioni, in tempi di pestilenze.
Di certo non è stata facile la vita di questa donna in questo piccolo paese di montagna oppresso da povertà e malattie, dove non mancavano attriti tra famiglie e conflitti di interesse nonché sopraffazioni e mortificazioni.
Di pomeriggio, siamo andati a Cascia e, dopo esserci sistemati negli alberghi prenotati, siamo saliti al Santuario dedicato alla Santa e qui abbiamo sostato per ore davanti alla sua tomba:
ognuno di noi ha pregato intensamente per le intenzioni prefissatesi sapendo bene che la Santa dei casi impossibili non rimane indifferente di fronte a tanta insistenza.
ognuno di noi ha pregato intensamente per le intenzioni prefissatesi sapendo bene che la Santa dei casi impossibili non rimane indifferente di fronte a tanta insistenza.
Subito dopo, siamo andati a visitare il Monastero e qui un frate agostiniano ci ha raccontato in breve la vita di Santa Rita, prima e dopo il ritiro in convento: l’ha presentata come donna di pace e di preghiera, come suora obbediente e scrupolosa, innamorata di Gesù e della sua dolorosa passione.

Nel museo dello stesso convento è conservato anche l’antico “Crocifisso del miracolo” nonché la Cassa Solenne dove venne deposto il corpo incorrotto della Santa.
A sera, dopo cena, abbiamo partecipato alla Messa celebrata da don Tonino che ci ha invitato a riflettere sul nostro essere cristiani in viaggio, con la gioia della fede.
Come il viandante va per le vie in cerca della sua strada che lo porta alla meta ed è certo di trovarla così noi dobbiamo percorrere la strada della fede cogliendo le indicazioni (i segni) che ci condurranno dal Signore. Don Tonino ha ribadito poi che tutti siamo chiamati alla santità ma ognuno arriva alla meta seguendo la propria strada. Quindi i santi sono un esempio di “santità realizzata” ma non sono emulabili per cui a nulla servono gli alibi che usiamo nel dire che noi non siamo capaci di tanta fede, come loro.
In definitiva, dobbiamo solo attivarci con più fiducia e con più consapevolezza nel nostro personale progetto di vita per poterci santificare: la possibilità è data a tutti.
Anna Guarracino