sabato 15 aprile 2017

Sabato santo: è il giorno del silenzio! E’ il momento della riflessione.

Il buio e la luce riportano alla mente di tutti il passaggio dal nulla alla creazione, il divario tra la notte e il giorno, la differenza tra il male e il bene, il distacco tra il tempo brutto e il tempo bello, tra la tempesta e il sole, l’inconciliabilità tra la morte e la vita. Contrasti innegabili!
Più difficile è spiegare, negli stessi  termini, il chiaro scuro del crocifisso che risalta al centro dell’altare della nuova cappella dei Colli di Fontanelle, adiacente alla chiesa della Natività di Maria Vergine.


Trattasi di un Cristo in penombra esaltato dallo sfondo di luce soffusa che si infiltra dall’esterno, da uno squarcio  luminoso a mo’ di croce.
In tanta luce emerge, in un corpo contorto dal dolore, la sofferenza dell’Innocente.
Qui il buio e la luce non sono distinti: questo corpo in penombra fa più luce della luce dello sfondo.
Nessuno può rimanere indifferente alla sua vista e ognuno può interpretare lo scenario come vuole.
Di certo qui non c’è il nulla; non c’è la notte e neanche la tempesta; non c’è il male e non c’è la morte: qui il buio è stato annientato.
Il buio che traspare da questo crocifisso è tutt’altro: è speranza.
Il corpo esanime del Cristo, con il capo riverso in avanti, si presenta con ampie e possenti spalle sulle quali sembra che pesi tuttora la malvagità dell’uomo che alla pace preferisce la guerra, alla solidarietà l’egoismo, all’amore il dolore… dunque la malvagità anche dell’uomo dei nostri giorni e anche la nostra.
La sofferenza, per tanta sopportazione, traspare da ogni parte del suo corpo in agonia, ormai prossimo alla fine.
Eppure, in tanto spasimo, le sue gambe sono tese e il suo corpo è proteso in avanti, pronto al perdono, in un ultimo sforzo, prima di esalare l’ultimo respiro.
Come non affidarci a Lui!
Come non ringraziarLo per averci donato insieme alla sua vita anche il perdono e la speranza!  
Come non festeggiarLo per aver vinto il buio!
Non so  chi sia stato a scolpire tale “incanto”, ma so che è un autentico capolavoro: parla a tutti e dice tutto.
                                                                                                                                                        Anna Guarracino

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