domenica 15 gennaio 2023

IN CAMMINO CON FRANCESCO, MAESTRO DI FRATERNITÀ


NUOVA INIZIATIVA DALLA NOSTRA PARROCCHIA DELLA "NATIVITÀ DI MARIA VERGINE"

IN CAMMINO CON FRANCESCO

MAESTRO DI FRATERNITÀ

In questo nuovo anno che iniziamo a percorrere, si vuole dare spazio al desiderio di tanti nella Comunità, di vivere un momento di condivisione, di preghiera e di svago.

La meta pensata per conciliare al meglio è ASSISI.

Guidati da Don Antonino De Maio avremo modo di conoscere meglio i luoghi cari al Santo Poverello.

L’opportunità è per il week-end che precede il Carnevale quindi nei giorni che vanno dal 18 al 20 Febbraio .

Sabato 18 partiremo con bus dalla Piazza dei Colli per raggiungere Assisi, dove saremo ospitati in Hotel con trattamento mezza pensione (colazione e cena) e pranzo a sacco incluso nel prezzo.

Costo adulto bus + hotel € 200,00

Costo bambino da 3 a 12 anni bus + hotel € 160,00

Costo bambino da 0 a tre anni gratis (quota Hotel).

Lunedì 20 lasceremo l’hotel dopo colazione e concorderemo per la giornata.

La prenotazione può essere fatta direttamente in Parrocchia , oppure contattando:

Maria: 3336369501

Germana: 3387763768

All’atto della prenotazione è previsto l’intero versamento della quota.

Al fine di poter dare la possibilità all’albergo di organizzare al meglio le stanze, secondo le esigenze del gruppo, si accettano prenotazioni entro domenica 29 gennaio.

L’invito è rivolto a tutti e saremo felici di essere in tanti.

Il Parroco

Don Antonino De Maio

mercoledì 11 gennaio 2023

Un fulmine a ciel sereno


Stamattina ero serena: in famiglia andava tutto bene; il cielo si era schiarito e i primi tiepidi raggi di sole attutivano il freddo invernale.

Dopo la colazione con i miei cari mi sono trattenuta per qualche ora in compagnia di amici e abbiamo parlato del più e del meno. Nulla faceva pensare al fulmine a ciel sereno che ci avrebbe colpiti di lì a poco.

A mezzogiorno stavo preparando il pranzo quando ho sentito delle voci che venivano dalla strada. Al momento non ho prestato attenzione a quel chiacchiericcio che comunque mi faceva pensare a qualcosa di grave. 

Ho chiesto poi ragguagli a mio fratello che stava lì ad ascoltare e subito ho saputo. "Luigi ci ha lasciati" -mi ha detto, con evidente tristezza.

All'inizio non volevo crederci.

Ci ho messo del tempo ad assorbire la notizia e a rendermi conto dell'accaduto: a distanza di poco più di un anno, ci troviamo a vivere un altro increscioso lutto... un'altra giovane vita che ci lascia improvvisamente e inaspettatamente.

Ho sentito un vuoto dentro e ho avvertito il gelo della tempesta, appena arrivata.

 Mi è tornato in mente il nostro ultimo incontro, sempre al bar, lui sorridente e allegro e io compiaciuta di quel suo modo di fare: mi salutava con gioia e mi chiedeva sempre come stessi. Poche parole tra noi, ma sincere e affettuose, sempre sentite e mai formali.

Era diventato quasi un rito l'atto di scambiarci il saluto e di parlarci al bar o in piazza e la sua allegria mi contagiava.

A volte discutevamo anche sui fatti di cronaca del giorno, pur nella fretta della mia quotidianità che, soprattutto ultimamente, mi impone ritmi veloci, e perciò spesso lasciavamo il discorso sospeso, pronti a riprenderlo al successivo incontro.

Come faceva con me così faceva con tanti, o forse con tutti coloro che incontrava nei luoghi da lui più frequentati, come la piazza e i bar del paese.

Ora so che non capiterà più e ne sentirò la mancanza e come me anche gli altri.

Se n'è andato in silenzio, improvvisamente, lasciandoci attoniti e tristi.

Rimpiangeremo la sua allegria, la sua cordialità, la sua simpatia.

La tempesta passerà ma lui no: rimarrà vivo nei nostri ricordi.

Ad- Dio caro Luigi!

Ci uniamo al dolore dei tuoi cari familiari, di Mena e di Tonino, e per te pregheremo affinché tu possa godere, tra gli angeli, della gioia dei santi.

Anna Guarracino

venerdì 6 gennaio 2023

E, in alto, una stella luminosa...

Dire che è bello e straordinario, significativo e completo, è dire poco o quasi niente: parlo del presepe fatto quest’anno nella nostra chiesa della Natività di Maria Vergine dei Colli di Fontanelle. 
 Ancora una volta, don Antonino De Maio e i suoi collaboratori ci hanno stupito. 

Non che non ce lo aspettassimo! Sono anni ormai che a Natale ci imbattiamo in insolite rappresentazioni della Natività... sempre diverse, sempre originali, sempre pieni di significati simbolici, allegorici e metaforici, che ci inducono alla riflessione sull’evento sacro. 

Di certo quest’anno non ci aspettavamo di esserci tutti noi, al posto dei pastori! Sì, ci siamo noi tutti, con il nostro carico di sofferenze e di consolazioni, con i nostri dolori e con le nostre gioie. 

Il presepe che ci rappresenta, si configura come una struttura compatta di una bellezza sbalorditiva, raffinata ed elegante, comune a ogni opera d’arte, perché di questo si tratta: una creazione artistica che racchiude in sé l’essenza del messaggio evangelico. 

Racconta una storia sacra che inizia con una nascita e termina con una risurrezione: è la storia del Figlio di Dio… è la nostra storia. 

 È la storia di noi credenti, cristiani autentici che, sull’esempio di Gesù, miriamo alla salvezza eterna. In primo piano risaltano i personaggi della Natività: ci sono Maria e Giuseppe che contemplano il volto luminoso del loro piccolo Gesù, adagiato sulla paglia, appena coperta da un lenzuolo di bianco lino; dietro svetta un grande albero di Natale, adornato con fiori e stelle, quasi a sfatare la credenza in una sua natura profana più che sacra; sullo sfondo davanti a un sottile velo che simboleggia una scia di luce, troneggia la croce che redime, che salva, che conduce alla vita eterna e infine, in alto, sormonta il tutto una stella luminosa, rivelatrice della luce divina. 

È un presepe dedicato dal parroco, don Antonino, alla nostra comunità, colpita in questi ultimi anni da lutti inaspettati, spesso improvvisi e inspiegabili. 

Tra questi trapassati, molte giovani vite che hanno lasciato nel dolore famiglie, amici e conoscenti. Questo è il leitmotiv della rappresentazione di quest’ atipico presepe che si allontana dal cliché dominante volto a inneggiare a un Natale semplicemente sdolcinato, gioioso e luminoso, pieno di apparenza e privo di sostanza.

 C’è voluto coraggio a dire che le luci, come il velo dietro alla croce e la stella in alto, non nascondono le ombre ma servono piuttosto a penetrarle, a illuminarle e a diramarle.

 Il velo e la stella ci stanno a ricordare l’Amore di Dio che ha squarciato il cielo per venire ad abitare la nostra umanità condividendone smarrimenti, disagi, dolori e gioie. 

Con la sua nascita sulla terra Dio si è rivelato e ci ha indicato il cammino che culmina nel mistero della Pasqua, simboleggiato dalla croce. 

Nel progetto divino, il dolore di ognuno di noi diventa dolore gioioso perché non è frutto di punizione ma mezzo di redenzione. 

Così intesa, la sofferenza sta a ricordarci che “Dio si è fatto uomo per farci come è fatto Lui”: essa avrà il suo riscatto e sarà ampiamente ricompensata nella pienezza dei tempi. 

 Questo presepe dunque è l’invito a guardare il Natale con occhi diversi per coglierne l’essenziale e per adottare un diverso stile di vita, più coerente con la fede cristiana. 

Di certo, come ha detto papa Francesco solo “In Gesù assaporeremo lo spirito del vero Natale: la bellezza di essere amati da Dio”. 



 Anna Guarracino 

(Animatore della Cultura e della Comunicazione)