"È felice chi sa correre,
a piedi nudi, verso l'ignoto"
Ero presente a un incontro in cui una dirigente presentava un modello innovativo di scuola moderna, basato sull'indirizzo musicale. A me non piaceva e provavo gioia a pensare che ormai ero fuori da quell'ambiente scolastico che non accettavo più per come stava diventando.
Fiera di potermene andare, proprio perché non ne facevo più parte, mi alzai dalla sedia sulla quale stavo comodamente seduta per dirigermi all'uscita e solo allora mi accorsi che stavo scalza.
Mi imbarazzò la condizione perché se mi avessero visto camminare tutti i presenti se ne sarebbero accorti. Ma facendomi coraggio guadagnai, spedita e contenta, l'uscita e da lì mi incamminai per i sentieri di un antico borgo.
Ero stranamente felice, pur non conoscendo quel luogo e non sapendo dove avrebbe condotto il sentiero che mi apprestavo a percorrere.
Mi sorprendeva la sensazione che percepivo camminando a piedi nudi sulle grosse pietre della via e sul fogliame.
Il sopraggiungere di una moto mi costrinse a scansarmi perché il viottolo era stretto e non concedeva lo spazio a me e al mezzo. Fu lì che incontrai due donne del posto con le quali continuai a camminare, chiacchierando un po' del più e del meno. Chiesi il nome del Paese, ma loro, pur decantandomene le bellezze naturali, non me lo dissero. Però, al momento del distacco, mi indicarono la strada da fare per arrivare al centro: si trattava ancora di uno stretto e ciottoloso sentiero, che passava inizialmente tra strette e alte mura e conduceva poi all'aperto, dove, a detta delle mie accompagnatrici, avrei trovato posti panoramici di ineguagliabile bellezza.
Lo intrapresi con gioia, avendo tempo a disposizione e ancora voglia di camminare.
Ero sola, ma felice. Mi guardavo attorno ammirando ogni dettaglio di quell' insolito paesaggio.
Mi soffermavo all'ombra degli alberi e ascoltavo il canto degli uccelli; alzavo gli occhi al cielo e mi perdevo nel suo immenso azzurro; guardavo i miei piedi nudi e godevo del loro contatto con il suolo.
Perché non me l'ero mai concesso prima?
Provavo un senso di libertà assoluto: camminavo, lentamente e in modo non convenzionale, su un sentiero sconosciuto che non sapevo dove mi avrebbe condotta.
Ero stranamente felice e fiduciosa pur non conoscendo la meta.
Che fosse proprio questa la strada della felicità!
Credo di sì. Secondo me, "è felice chi sa camminare, a piedi nudi, verso l'ignoto".