Il borgo di Pesche, in Isernia, è antichissimo: risale al Medioevo. E' arroccato sul pendio del monte San Marco.
Dall' alto il paesino è sovrastato da un grande castello i cui ruderi ancora raccontano la storia delle sue origini: per andarlo a visitarlo bisogna attraversare gran parte del borgo, percorrendo le sue suggestive vie, salendo per malandati scalini e passando per stretti vicoletti.
Nel cammino, compagno di viaggio è il silenzio: difatti il centro è quasi disabitato.
Le persone del posto sono per lo più anziani che, soprattutto con il freddo di questi giorni, preferiscono starsene al calduccio nelle loro piccole casette.
Caratteristica del posto è la struttura delle piccole abitazioni del borgo, ricostruite in parte dopo un disastroso terremoto che devastò l'intero paese verso il '400.
Slargo delle croci stazionarie:
Ne sono cinque, tutte diverse tra loro, poggianti su esili steli di pietra. Nessuna data ci permette di fissare l'epoca della loro realizzazione.
La prima, dai bracci a terminazione di picche, presenta sulla faccia un calice sormontato da un cuore fiammeggiante e due iniziali VN/VC. Della seconda sopravvive solo lasse verticale. La terza, lunica su colonna circolare di provenienza romana, ha i bracci come la prima. Vi si vede il Cristo crocifisso con le braccia a Y con il sottostante cranio di Adamo. La quarta la pi semplice perch non ha alcun segno e le terminazioni dei bracci sono a punta. La quinta ha le terminazioni trilobate (su cui sono incise le iniziali VC/VM) con lasse verticale che si allarga in forma quasi piramidale. Credo che una volta esse fossero singolarmente collocate davanti alle varie chiese scomparse di Pesche e poi siano state opportunamente raccolte in questo luogo.)
E per finire in serata... un tramonto straordinario.
Il giorno ha dato le consegne alla notte...
il tramonto è preludio dell'alba.
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