E’ appena stato pubblicato un romanzo destinato a un sicuro successo: si
tratta del racconto “Tre fili di perle”, scritto dalla scrittrice, esordiente,
Anna Sallustro.
Il libro si legge tutto d’un fiato e si impone alla riflessione per gli
argomenti delicati e toccanti che tratta, come l’abbandono, la violenza,
l’aborto, la morale cattolica, il tradimento, la depressione.
L’autrice, con crudo realismo, racconta l’ inimmaginabile vita gretta di Sanna, la protagonista del
romanzo.
E il susseguirsi delle sue tristi vicissitudini non danno tregua al
lettore che, seppur distratto, non potrà rimanere indifferente di fronte alla
veemenza dei fatti narrati che lo
spingeranno di certo ad andare avanti nella lettura delle pagine per
conoscere più a fondo il vissuto di questa donna che si affanna, lotta, soffre e
arranca tra mille preoccupazioni e inquietudini, senza mai arrendersi, per dare
senso al quel suo angusto vivere quotidiano.
La lotta diventa in
alcuni momenti drammatica; si sfiora anche la
tragedia, ma mai in lei si intravede segno di vera resa.
Anzi, sta proprio in questo suo malessere la voglia e la forza del
riscatto.
Sanna combatte la sua
battaglia con dignità e, alla fine, la spunta e realizza il suo sogno giovanile
che languiva nel suo profondo inconscio e sembrava ormai perso per sempre.
Così la sua vita rifiorirà e alle
soglie del suo cinquantesimo compleanno Sanna vive la gioia del successo.
Ha vinto, nonostante tutto!
Tutti coloro che, come me, hanno già letto il romanzo, sono rimasti
impressionati dalle vicende umane di Sanna e dalla bravura dell’autrice, Anna
Sallustro, che, benché sia al suo primo romanzo, ha dato vita ad un autentico
capolavoro.
E’ particolarmente interessante il commento sul libro espresso dal
preside, Luigi Avellino.
Egli scrive: -Il romanzo corre sul filo della memoria, attraverso la
fantasia e la logica; riesce a trasmettere i sentimenti più intimi, le
esperienze di vita vissuta; ambientato nella bellissima penisola sorrentina, tra
il golfo di Napoli e Salerno, ci fa apprezzare la bellezza dei luoghi: il
Vesuvio, il mare, la natura variegata.
Sanna, la
protagonista del racconto, è una donna coraggiosa. Traducendo in positivo vince,
riesce a superare tutti i problemi.
A soli undici anni è
mandata dalla madre “a servizio” in una famiglia della Napoli
bene.
Angherie e
mortificazioni d’ogni sorta saranno per lei il pane quotidiano che le viene
somministrato dalla “signora”.
Dopo dieci anni lascia quella casa e ritorna al paese.
Colà si sposa e si
ritrova a vivere una vita priva di amore, abbandonata a se
stessa.
Tale è la disperazione, la depressione, che tenta il
suicidio.
Ma, a man mano, si riprende, comincia a frequentare la scuola fino a
conseguire la laurea. Riesce a rivalutare se stessa.
Ciò che se ne deduce
è che nella vita senza incontrare nessun ostacolo saremmo limitati, non potremmo
essere forti come siamo. Non potremmo mai
volare!
E così, a dirla con il preside e con l’esempio di Sanna, tutti noi,
angustiati dalle ristrettezze quotidiane, possiamo sempre sperare di volare… di
volare su “Tre fili di perle”.
Si, così si vola!
Aspettiamo solo di vedere
al più presto il libro presentato in pubblico per raccogliere altre belle
recensioni.
Anna Guarracino
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