Un evento da raccontare: PON -Le(g)ali al Sud-
È nei bimbi la certezza di un
futuro migliore
Nei nuovi
locali del complesso monumentale della SS. Trinità c’è stata la manifestazione per la
presentazione del P.O.N. C.3 “Le(g)ali
al Sud: un progetto per la legalità in ogni scuola” organizzata dal
I Circolo Didattico di Vico Equense, (presso il quale io
lavoro) in collaborazione con la Polizia Municipale.
In presenza di
una buona rappresentanza di genitori, di docenti e di cittadini si sono esibiti
i bambini della scuola iscritti a
questo P.O.N e il coro stabile che
da sempre contribuisce con le sue bianche e flebili vocine ad allietare gli spiriti riportando
l’attenzione su di loro ovvero sugli alunni che sono la vera anima di questi
eventi.
Sono stati
tanti gli interventi e sono stati tutti significativi: ognuno a mo’ di tassello
ha contribuito a comporre il quadro
della legalità considerata la via
maestra per la convivenza civile… la strada sicura per il miglioramento
sociale.
A moderare l’incontro ha provveduto il Dott. Pino Visconti; a
coordinare le presentazioni è stato Ferdinando De Martino, il comandate della Polizia Municipale
locale, che ha messo in risalto gli ottimi contributi del Cap. Freg. Dott. Giuseppe Menna, del Col. Maiello
Luigi e del Dott. Vincenzo
Iurillo.
Nessun
relatore ha ignorato la presenza degli alunni che, di volta in volta, sono stati
chiamati a intervenire, a esprimersi, a spiegare il percorso intrapreso. E loro,
come sempre, non si sono fatti pregare ma con orgoglio, sollecitati e guidati
sapientemente dai docenti e dagli esperti coinvolti nel Progetto, hanno
risposto apportando spunti di riflessione e di ingenua creatività, riscuotendo
continui applausi di incoraggiamento.
Anche l’ospite
più atteso della serata non ha deluso le aspettative dei presenti.
E’ arrivato
all’improvviso ed è stato accolto con un scrosciante e prolungato battimani.
Presentato con
evidente simpatia dalla dirigente della
scuola Debora Adrianopoli, egli
ha ringraziato tutti e subito ha preso la parola, rivolgendosi immediatamente ai
bambini non smentendo così la sua fama di uomo proteso verso l’infanzia, attento
alle “voci delle creature”.
Si è
presentato come colui che ama camminare in piedi per non doversi inginocchiare…
come colui che non ama sempre dire di sì per evitare di diventare un coniglio
(riprendendo una similitudine che poco prima aveva fatto la dirigente) che,
prima o poi, finisce per essere mangiato e, così dicendo, ha incitato la platea,
e soprattutto i ragazzi, a riprendersi in mano la propria
vita.
Tuonava decisa
e forte la sua voce nella sala quando asseriva:
“Quella vita
donata generosamente dai genitori rischia di perdersi nei meandri oscuri di
questa nostra società che sembra aver perso i “lumi”. E in
quest’oscurità si confondono principi e regole, ruoli e orientamenti, fino a
rendere possibile il paradosso che ora siano i figli a dover formare i
genitori”.
Di qui il suo
interesse per i bambini visti come
la vera speranza del
futuro.
Egli, don Luigi Merola, prete di Forcella e fondatore di
un’associazione rivolta ai bambini, sostiene che sono loro (e solo loro) che con il loro
candore, con la loro semplicità, con la loro curiosità e con il loro amore
possono sovvertire l’attuale ordine delle
cose.
“Abbiate il coraggio di fare!”, “Mettete ordine nella vostra
vita!”-ha gridato don Merola, rivolgendosi anche agli adulti presenti in
sala quasi a dire: “Prendete esempio da questi vostri piccoli
che subito si mettono in gioco, si
espongono senza remore: non hanno paura di parlare né di accusare. Si indignano
di fronte alle brutture della vita; si guardano intorno e si lamentano dei torti
subiti; reclamano giustizia ma sono pronti al
perdono”.
Loro chiedono,
vogliono sapere, indagano e sono curiosi di scoprire nuove cose. Reclamano
regole certe e sono disposti a rispettarle. Ma il vero problema è che queste
regole non vengono date: non c’è tempo per
questo!
Non c’è tempo
per parlare né tanto meno per spiegare.
Si fa prima a demandare agli altri e gli altri spesso altro non sono che i
moderni e freddi mezzi di comunicazione. Di qui il proliferare degli amici Web;
di qui il ricorso sterile e incontrollato alla chat.
“Si
passa- dice l’audace sacerdote- più
tempo a chattare che non a tavola per mangiare”. E poi esorta, con la
solita verve: “Genitori, tornate a fare i genitori.
Dialogate con i vostri figli e non dimenticate che l’amore presto finisce, se
non lo si coltiva”.
Un modo come
un altro per dire che lo sfacelo delle famiglie sta proprio nella mancanza delle
regole, nella mancanza del tempo e dell’amore, nella mancanza del rispetto
reciproco tra i suoi componenti.
“Abbattiamo i muri del silenzio”
-continua imperterrito Don Merola.
“Se
oggi abbiamo bambini fragili è perché ci sono famiglie fragili. I figli sono
specchio dei loro genitori, così come le pere marce sono il frutto di alberi
malati”-afferma.
Il tutto per
invitare gli adulti a dedicare più tempo ai
bambini.
Da qui poi è
scaturito il plauso per le iniziative della scuola a favore dei
piccoli.
È la scuola
che, coadiuvata dalle altre Istituzioni presenti sul territorio, deve
fronteggiare con piena consapevolezza l’attuale disagio dell’infanzia. Essa deve
liberare i bambini dalla cattiva maestra che è la tv.
Quest’ultima con i suoi programmi
“spazzatura” ferisce continuamente gli animi, mortifica gli spiriti, annienta le
intelligenze e offende il buon senso.
Meglio è stare
insieme agli altri, interagire con i compagni e con gli amici guardandosi negli
occhi, parlandosi faccia a faccia. Questo diverso modo di vivere serve per
cambiare… per trasformarsi da trascinati
a trascinatori.
Ciò significa
non fare stupidamente quello che fanno gli altri, ma fare ciò che si sente per
assecondare il proprio naturale modo di
essere, per migliorare la propria vita.
Conclude don
Merola: -E’ tempo di cambiare per non
morire!
Null’altro si
è potuto aggiungere a questo suo ineccepibile
discorso.
Lui, giovane
sacerdote dei nostri tempi, è il primo a darci l’esempio: lascia quotidianamente
il sicuro della sua casa per andare incontro agli altri, per condividere con
loro la gioia dello stare insieme, del lottare per un mondo migliore, più
autentico, più sano, più umano.
Noi, come lui,
abbiamo necessità di camminare insieme, fianco a fianco, per non cadere o per
non doverci inginocchiare, per non morire.
Don Merola
sarà ancora con i nostri ragazzi, in quanto esperto di chiara fama del nostro
P.O.N, e già da ora sappiamo che il tempo che trascorreranno con lui non sarà il
solito tempo.
È giunto il
tempo per cambiare i tempi: cambiare
per non morire.
Il caloroso
applauso tributato a fine intervento a don Merola aveva il sapore amaro della
triste condivisione.
E sì! Abbiamo
bisogno di chi ci scuote, di chi ci apre gli occhi, di chi ci sveglia dal
torpore del presente, di chi ci aiuta a liberarci dai lacci che ci imprigionano
in una vita senza senso, senza orizzonti.
Allora che ben
vengano queste iniziative destinate ai piccoli ma che servono anche ai grandi
per riflettere… per avere il coraggio di cambiare
rotta.
Anna
Guarracino
Nessun commento:
Posta un commento