sabato 23 luglio 2016

Il Corpus Domini: la festa degli Altari

La festa degli Altari: un reportage amatoriale.


A cura di Anna Guarracino

 La nascita della festa del Corpus Domini, da noi chiamata festa degli Altari, risale a tempi lontani. Non si conosce la data precisa delle prime celebrazioni religiose.
Ai Colli, che io sappia, si è sempre festeggiata. Credo che oramai faccia parte delle tradizioni secolari del paese.
Un tempo però questa festa era diversa come diversa era la vita degli abitanti locali.
I Colli erano suddivisi arbitrariamente in due “fazioni” in lotta tra loro: i Colli di su e i Colli di giù. I confini tra le due parti erano delimitati dalla posizione della chiesa locale che si ergeva al centro delle due zone.
La festa degli Altari rappresentava il momento clou dell’originale rivalità tra le due parti: ognuna, in aperta competizione con l’altra, si impegnava all’inverosimile per costruire l’altare più bello, per disegnare con i fiori incantevoli motivi religiosi e per procurarsi spettacolari fuochi artificiali.
L’altare doveva essere bello e alto, fin quando si poteva, e doveva raffigurare un episodio evangelico riguardante il Corpus Domini. I fiori dovevano essere rigorosamente freschi e colorati perché i loro petali servivano per comporre i simboli religiosi che adornavano l’altare nonché per ornare il tappeto di segatura colorata che il parroco doveva percorrere per arrivare all’altare da dove poi impartiva la benedizione eucaristica.
Lungo il percorso che dalla chiesa conduceva agli altari venivano preparate le “postazioni evangeliche” quelle che noi oggi chiamiamo “i quadri viventi”. I raffiguranti erano quasi sempre gente del posto che, con passione e fede, interpretavano con suggestivo trasporto la scena religiosa che rappresentavano.
Concludeva il tutto la gara finale dei fuochi d’artificio: più ne erano e più le parti se ne compiacevano perché l’intento era quello di “zittire” gli avversari mostrando superiorità in fatto di organizzazione e di disponibilità economica.
Si racconta che gli organizzatori del tempo finivano con l’indebitarsi pur di vincere la “tacita guerra” e quando si trovavano in difficoltà economica erano disposti a vendere gli animali che allevavano nelle loro stalle non curandosi del fatto che essi costituivano per loro l’unica fonte di approvvigionamento.
La fede, senza riserve, era la molla che scatenava la gara perché forte era la convinzione che chi vincesse mostrava più fervore religioso e più godeva dei favori divini.
Oggi non c’è più rivalità tra le parti in quanto il paese è più compatto, ma rimane intatto il culto degli Altari.
Ancora se ne allestiscono due: uno di fianco alla piazza centrale del paese e l’altro all’incrocio tra la Statale e via Colli di Fontanelle.
Ancora sono belli, attraenti, artistici e ancora impegnano tante persone che, con dedizione, costruiscono, disegnano e colorano gli altari; attaccano con certosina pazienza i petali di fiori; preparano i vestiti  per i raffiguranti dei quadri viventi; allestiscono graziosi giardinetti e lunghi tappeti. E ancora persiste il rito dei fuochi artificiali che chiudono l’evento religioso.
Chi negli anni passati ha omesso di “vivere” questa bella tradizione può sempre farlo. Basta venire ai Colli nella penultima Domenica di Giugno, salvo slittamento della data che non è rigorosamente stabilita pur rimanendo ancorata a una Domenica di Giugno.
Per chi quest’anno non si è potuto recare ai Colli per assistere ai festeggiamenti del Corpus Domini, pubblico le foto dell’evento che ho scattato lungo il percorso che dalla Chiesa conduce agli Altari.
Le ho scattate principalmente per quel mio amico che facendomi i complimenti per questo sito, mi ha scritto anche che, leggendo le nostre pagine on line e guardando le fotografie allegate, ha ricordato con nostalgia i luoghi del suo paese natio.
Ebbene, pensando a lui e a tutti quelli come lui che sono costretti per lavoro e per altri motivi a vivere lontano dal paese, metto in rete questo materiale perché, navigando nel nostro sito, tutti loro possano virtualmente riemergersi nelle nostre tradizioni e sentirsi ancora nostri compaesani, cittadini della stessa terra. 

 Buona visione e buona compartecipazione!































































A integrazione di questo reportage aggiungo volentieri la lettera inviatami da un abitante del posto, il carissimo amico sig.re Enzo Zaccaro, al quale, giorni fa, ho chiesto un contributo scritto.
La pubblico integralmente ringraziandolo vivamente per l’interessamento all’argomento e l’attenzione al sito.
-Care amiche, cari amici,
non sono un giornalista né un cronista, ma uno al quale piace scrivere…uno che ama descrivere ciò che vede… uno che si diletta nel modo più semplice a esprimere le proprie emozioni.
Vedo e descrivo tutto in forma elementare.
Sono un napoletano, sposato e con prole, risiedo ai Colli di Fontanelle, in via Lepantine, a Camporusso.
Sono più di trent’ anni che vivo nella comunità di questa piccola frazione di Sant’Agnello.
Giorni fa, in occasione della sacra manifestazione del Corpus Domini, ho incontrato la dott.ssa Anna Guarracino che mi ha chiesto un contributo scritto su questo evento religioso da pubblicare sul sito, per tutti coloro che lo visitano con regolarità e lo seguono con affezione chiedendo continui aggiornamenti e approfondimenti. Premesso che tra noi intercorre un rapporto di profonda stima e rispetto, ho accettato l’invito e mi sono impegnato al meglio per accontentarvi.
Mi è stato detto che molti di voi, per giuste ragioni, avete lasciato questa “perlina” della penisola sorrentina con tutte le sue tradizioni.
Le foto che ora vedete sul sito ve la ricordano, ma statene certi che non è cambiato nulla! E, a parer mio, dico: “Meno male!”.
Questo grazie a quella competizione che regna tra quelli di sopra e quelli di sotto e io appartengo a quelli di sotto. Essa ancora serpeggia come tra i contendenti di Brescello, ma poi alla fine trionfa sempre lo spirito della manifestazione. Anzi, aggiungo che l’evento religioso si è arricchito con i cosiddetti “Misteri” ai quali partecipano bambini/e, giovani/e, anziani/e che, vestiti con abiti del passato, interpretano, nella forma figurativa, alcuni passi del Vangelo.
Domenica 28 Giugno c.a. verso le 19.00, tra suoni di campane, musica e fuochi d’artificio, in presenza delle autorità, dei fedeli e dei curiosi, si è svolta la processione con l’esposizione del “Sacramento”, come sempre, prima sopra, poi sotto…
Al rientro della processione, sul sacrario della chiesa c’era ad accoglierla il nostro benevole parroco, Don Paolo Aponte che poi ha impartito la Santa Benedizione.
La festa si è conclusa felicemente e non poteva essere diversamente.
Gli organizzatori erano entusiasti e mentre si congratulavano tra loro li ho sentiti esclamare la rituale frase: “L’anno prossimo faremo meglio!”.
Un resoconto finale il mio, se me lo permettete:
noi dei Colli, quelli di sopra e quelli di sotto, rimaniamo soddisfatti.
Soddisfatto rimane anche il parroco e pure gli stessi critici che, detta la loro, non possono negare la buona riuscita della festa.
Anche i non credenti nell’assistere a questa manifestazione posso sentirsi soddisfatti per non aver pensato, almeno per qualche ora, alle vicissitudini della vita.
Io stesso sono soddisfatto per avere avuto l’onore di stilare quanto avete appena letto.
Soddisfatto può essere anche il buon Gesù, perché di Lui ci ricordiamo.
Concludo dicendo: “Noi dobbiamo superare a quelli di sopra!!!”
Mi è stato riferito che quelli di sopra hanno detto: “Noi dobbiamo superare quelli di sotto.”
Scherzi a parte, finché ci sarà questa sana competizione… avremo ancora il piacere di portare con viva devozione il Sacramento in processione.
Vincenzo Zaccaro



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